Un matto in distilleria
Quando entro nella sala degli alambicchi mi viene spontaneamente da mettermi sull’attenti e poi passare di fronte alle caldaiette facendo il saluto militare. Mano dritta sul sopracciglio destro:
“Presentaaat-arm! – Onori al comandante del battaglione!”.
I miei pensano che sono matto.
Sarà che mio padre era un Maggiore dell’8° reggimento Bersaglieri e ci ha impartito una disciplina rigida – quando ci chiamava si doveva rispondere “Comandi!” e andare da lui di corsa, guai ad andarci camminando –, sarà che sono stato Tenente dei Bersaglieri anche io e mi piaceva la vita militare, sarà che queste dodici caldaiette impettite e allineate mi fanno venire in mente un picchetto d’onore, o sarà che hanno ragione i miei…
Comunque sia, sappiate che il nostro alambicco – o meglio i nostri alambicchi – hanno tutti una vera e propria personalità, e io li conosco bene, come loro conoscono me.
Per il momento vi dico solo che abbiamo tre impianti di distillazione, tutti rigorosamente a ciclo discontinuo, termine con cui si definisce il metodo storico e artigianale.
Se desiderate conoscerli meglio, leggete il seguito.
Jacopo Poli
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